ROMA

Villa Madama

Alle pendici di Monte Mario. Progettata da Raffaello Sanzio. Sede di ricevimenti del Ministero degli Esteri.

Voluta dal cardinale Giulio de’ Medici (1478 – 1535), futuro papa Clemente VII, la villa sulle pendici di Monte Mario, venne progettata da Raffaello Sanzio e concepita nella grandiosità che emula le antiche ville imperiali romane e nella sfida con le esistenti dimore.

Il progetto iniziale della villa, destinata ai soggiorni estivi e al riposo, prevedeva un connubio tra architettura e natura: cortili, terrazzamenti, giardini e fontane.

La prematura morte di Raffaello nel 1520 rallentò la realizzazione; a lui succedettero i suoi allievi che, però, furono costretti a ridimensionare il progetto, rimasto comunque incompiuto. Antonio da Sangallo il Giovane si occupò dell’esecuzione edilizia, i cui lavori terminarono intorno al 1525; il cantiere pittorico venne ereditato da Giulio Romano che, insieme a Baldassarre Peruzzi e Giovan Francesco Penni si occupò delle decorazioni.

Le successive vicende politiche, quali il Sacco di Roma del 1527, interruppero l’esecuzione e il saccheggio della villa.

L’interno, in conformità con il progetto raffaellesco, presenta una loggia a tre campate le cui volte sono decorate in stucco da Giovanni Da Udine e con pitture di Giulio Romano.

La villa appartenne in seguito a madama Margherita di Parma, figlia naturale di Carlo V, moglie di Alessandro De Medici. Nel 1735 passò ai Borboni di Napoli e ai Dentice di Frasso, dai quali venne acquistata dallo stato italiano.

La residenza fu così chiamata per la presenza di Madama Margherita d’Austria, figlia di Carlo V e moglie del duca di Firenze Alessandro de’ Medici, che vi abitò. Ella fu il tramite nel passaggio della villa ai Farnese, avendo sposato Ottavio Farnese, duca di Parma e Piacenza, nipote di Paolo III, ed in seguito ai Borbone. Inizia così il suo progressivo abbandono, tra Ottocento e Novecento cadde in rovina e fu adibita a fienile e magazzino agricolo.

Nel 1913 fu acquistata da Maurice Bergès, un ingegnere di Tolosa, che incaricò Marcello Piacentini del restauro. Esso prevedeva la costruzione del secondo piano e della scala elicoidale in travertino in stile rinascimentale e sempre in epoca moderna, le arcate della Loggia vennero chiuse con vetrate per proteggere le decorazioni dalle intemperie.

Attualmente il Ministero degli Esteri la utilizza come sede di rappresentanza, per ospitare ricevimenti diplomatici, conferenze, convegni o altre attività istituzionali.

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