ROMA

Basilica di Santa Croce in Gerusalemme

Lungo le mura Aureliane, non lontano da San Giovanni in Laterano. Nel giro delle 7 chiese. Aperture: lun-dom 7.30-19.30

Categoria: Luoghi di culto - Aree tematiche:
Zone:
Indirizzo: Piazza di S. Croce in Gerusalemme - 00185 Roma
Telefono:
06 70613053
Web:

 

DESCRIZIONE

La Basilica rientra in quello che fu definito “Giro dellesette chiese”, itinerario di pellegrinaggio tradizionale reso celebre da S. Filippo Neri.

Venne edificata sulle rovine di una villa imperiale di cui facevano parte un anfiteatro, terme e circo oltre ad un’aula absidata facente parte di un nucleo residenziale.

Il palazzo venne scelto come residenza da Elena, madre di Costantino, e, dietro sua iniziativa, l’aula rettangolare venne trasformata in basilica cristiana.

Nel XII secolo essa venne trasformata con l’aggiunta delle navate laterali, del transetto, del chiostro (distrutto) e del campanile.

La basilica custodisce numerose reliquie collegate alla Passione di Gesù. Tra queste, vi sono le più antiche di cui si abbia traccia, ovvero tre frammenti della “Vera Croce”, parte della corona di spine e il Titulus crucis (reliquia rinvenuta nel 1492, costituita da una tavola di legno di noce, ovvero un cartiglio originario infisso sopra la croce; esso reca una parziale iscrizione in caratteri compatibili con quelli del I secolo in tre lingue diverse: ebraico, greco e latino; è dibattuto il ritenere che il cartiglio sia lì’originale o una copia) e in virtù della loro presenza divenne meta di costante pellegrinaggi, sebbene fosse situata ai margini di Roma.

Nei secoli successivi la chiesa cadde in stato di abbandono; nel 1743 la basilica e il monastero annesso furono completamente restaurati per iniziativa di Papa Benedetto XIV.

Gli architetti Pietro Passalacqua e Domenico Gregorini (1740-1758), su commissione del pontefice, realizzarono la facciata in travertino, concava, ripartita da lesene con finestre al di sopra degli ingressi minori e il grande ovale al di sopra il portale centrale.

Durante le invasioni napoleoniche i reliquiari vennero rubati; gli attuali sono opera di Giuseppe Valadier. Con la caduta dello Stato della Chiesa l'intero complesso di Santa Croce in Gerusalemme fu confiscato e incamerato nei beni dello Stato Italiano. Ai monaci fu concesso di restare ad abitare nel monastero e officiare le SS. Messe nella Basilica, ma, per alcuni decenni, parte del monastero venne utilizzata come caserma.

L’interno, suddiviso in tre navate da otto antiche colonne in granito e da sei pilastri che inglobano parzialmente le colonne originarie è preceduto da un atrio a pianta ellittica con piccola cupola.

Un ciborio settecemtesco è collocato nel presbiterio e al centro dell’abside si trova un tabernacolo in bronzo dorato e marmo, opera di Carlo Maderno, oltre alla tomba del cardinale Quiñones, di Jacopo Sansovino.

Il catino absidale è affrescato da Antoniazzo Romano e Marco PAlmezzano, con un ciclo pittorico incentrato sul ritrovamento della Croce secondo la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze.

Gli ambienti furono rinnovato durante il restauro del Settecento e Corrado Giaquinto (1743) decorò la volta con tre grandi tele.

Nei sotterranei, la Cappella di Sant'Elena, dotata di un mosaico dell'epoca di Valentiniano III, fu soggetta a restauro nel Cinquecento da Melozzo da Forlì e da Baldassarre Peruzzi. Essa custodì per più di sedici secoli le Reliquie della Crocifissione che nel 1930 furono trasferite nella nuova cappella, ricavata nell’antica sacrestia per essere esposte alla venerazione dei pellegrini che fino a quel momento potevano adorarle sono in particolari occasioni.




Curiosità

La basilica divenne meta di pellegrinaggi, soprattutto penitenziali e, nel Venerdì Santo, era raggiunta dagli stessi papi che, a piedi scalzi in segno di penitenza, percorrevano la strada che la congiunge a S.Giovanni in Laterano (dove allora residievano)  per adorare la reliquia della Croce.

Dal 2009 la cura pastorale della parrocchia di Santa Croce, a causa di comportamenti poco corretti, è stata revocata ai monaci cistercensi e affidata al clero diocesano di Roma; Benedetto XII nel 2012 ha ordinato la definitiva soppressione dell'abbazia cistercense e la dispersione della comunità dei monaci, mettendo fine all presenza monastica nel territorio.

Una lapide sul pavimento della cappella sotterranea di S.Elena, ricorda che ll dispersione in quel luogo, della terra del monte Calvario, portata a Roma da Sant'Elena.

Nella cripta è la statua romana di Giunone, rinvenuta ad Ostia e trasformata nell’effigie di Sant'Elena con la sostituzione della testa e delle braccia e l'aggiunta della croce.

Le guide medievali consideravano questa cappella così santa che non era consentito l'accesso alle donne, così come accadeva alla cappella del Sancta Sanctorum nei palazzi Laterani.

Nella cappella vennero temporaneamente conservate anche tre pale d'altare eseguite tra il 1601 e il 1602 dal pittore Rubens, appena giunto a Roma. due di queste sono l'Incoronazione di Spine e la pala con S.Elena (Grasse, Cathédrale Notre-Dame-du-Puy); sempre a Grasse si trova la pala raffigurante Sant'Elena (Hôpital de Petit-Paris); mentre L'Elevazione della Croce, andò distrutta nel Settecento.

 

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