ROMA

Basilica S. Maria Maggiore

Sul colle Esquilino. Una delle 4 basiliche papali di Roma.

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DESCRIZIONE

La Basilica di Santa Maria Maggiore è una delle quattro basiliche papali di Roma. Collocata sulla sommità dell’Esquilino, ha conservato la primitiva struttura paleocristiana, nonostante sia stata arricchita da successive aggiunte.

Secondo la leggenda pare sia sorta su richiesta della Vergine Maria che apparve in sogno a papa Liberio (352-366) e a un patrizio romano nella notte tra il 4 e il 5 agosto del 352 d.C.; in sogno la Vergine li aveva informati che un miracolo avrebbe indicato il luogo su cui costruire la chiesa.

Il giorno seguente, il papa recatosi sull’Esquilino, lo trovò coperto di neve e tracciò egli stesso il perimetro dell’edificio; il primo grande santuario mariano prese per questo motivo il nome di S. Maria "ad nives", della neve.In realtà la chiesa fu fatta erigere un secolo dopo da papa Sisto III sul sito di una chiesa precedente.

La loggia settecentesca fu realizzata da Ferdinando Fuga e nasconde i mosaici medievali, opera di Filippo Rusuti, che illustrano la leggenda della basilica.

In origine a tre navate, si aggiunsero nel Trecento il transetto e la nuova abside; all’interno si rintracciano importanti decorazioni musive, quelle paleocristiane con Storie della Bibbia e dell’Infanzia di Gesù e il ciclo medievale dell’Incoronazione e delle Storie della Vergine, realizzato da Jacopo Torriti. L’oro che riveste il soffitto cassettonato della navata centrale sembra giunse dalle Americhe, donato a papa Alessandro VI dalla Corona Spagnola.

Nel corso dei secoli l’intera basilica fu soggetta a modifiche e completamenti; a metà del XV secolo si ebbe il rifacimento con coperture a vela delle navate laterali e la costruzione dell’altare nel presbiterio che fu ornato da un ricco ciborio (eliminato nel ‘700 durante i restauri); papa Alessandro VI, all’inizio del 1500, fece realizzare il soffitto a cassettoni nella navata centrale, probabilmente ad opera di Giuliano da Maiano e su progetto del Sangallo venne anche aggiunto il fregio di legno lungo le pareti, ancora esistente.

La seconda cappella a sinistra, degli Sforza, potrebbe essere stata fatta su disegno di Michelangelo ed iniziata da Tiberio Calcagni nonchè terminata da Giacomo Della Porta.

Nel 1564 l’atrio venne restaurato da Longhi il Vecchio che raddoppiò il numero delle colonne aprendolo su Via Merulana per collegare direttamente San Giovanni in Laterano con Santa Maria Maggiore.

Fu Sisto V nel 1585 ad incaricare Domenico Fontana della costruzione della cappella Sistina (in fondo alla navata destra): per questa opera vennero impiegati materiali di spoglio provenienti dal Septizodium.

La cosidetta cappella Paolina, venne fatta costruire nel 1605 da Flavio Ponzio per volere di Paolo V Borghese mentre per la tribuna allora cadente, fu incaricato Bernini, che avrebbe voluto riprogettare l’abside, ma, la mancanza di fondi non gli permise di completarlo, anche a causa della morte di Papa Clemente IX. Succedutogli Clemente X, commissionò a Carlo Rainaldi la sistemazione dell’abside che all’esterno si presenta come una seconda facciata, abitualmente chiamata “Tribuna di Santa Maria Maggiore”, al di sopra di una lunga scalinata.

Nel 1741 Papa Benedetto XIV, in occasione del Giubileo del 1750, incaricò Ferdinando Fuga di rifare una nuova facciata alla Basilica; egli ne progettò una in due ordini: nella parte inferiore al di sotto di un’architrave cinque aperture ed una loggia divisa in tre arcate nella parte superiore di cui l’arcata centrale più alta, con un timpano a triangolo. Da questa nuova sistemazione vennero conservati i mosaici del XIII secolo con il Cristo in trono, a questo punto non più esterni. Nell’atrio a destra venne posizionata una statua di Enrico IV intervenuto generosamente con donazioni alla Basilica; oltre ad essa è presente un’altra statua, di  Filippo  IV di Spagna, il cui disegno è di Bernini e la realizzazione di Girolamo Lucenti.

I due palazzi gemelli ai lati della Basilica sono risalenti ad epoche diverse: quello a destra è opera di Flaminio Ponzio del 1605, quello a sinistra fu realizzato dal Fuga nel 1735.

  

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